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dance.

NID New Italian Dance Platform
Reggio Emilia 10-13 October 2019

NID Platform

«Osservare il mondo significa inventarlo». Conversazione con Francesco Colaleo

Le conversazioni sono sedici interviste agli autori che saranno a NID Platform e che pubblicheremo da luglio a settembre.
Intervista a cura di Lisa Cadamuro – NID Platform staff 

 

La descrizione del suo spettacolo, Re-Garde, si apre con una citazione del Fanciullino di Giovanni Pascoli. È stato questo lo spunto del suo lavoro?

 

Il Fanciullino di Giovanni Pascoli non è stato lo spunto del lavoro, piuttosto ne ha rappresentato un indirizzo emotivo da ricercare e percorrere. Ho creduto che la citazione sintetizzasse in modo esaustivo quello che accade in scena come nella vita.

 

Il titolo allude al senso della vista. Perché questa dimensione è così importante per lo spettacolo?

 

Osservare il mondo significa inventarlo nelle sue forme e nelle sue declinazioni possibili. In Re-Garde abbiamo analizzato le differenti modalità con le quali le persone guardano il mondo e chi lo abita. In una società liquida come quella contemporanea, anche lo sguardo diventa fluido e perde la sua capacità di ancorarsi alle visioni in modo autentico, eludendo giudizio e peso. Siamo così partiti dal tradurre in movimento lo sguardo capriccioso e vivace dei bambini: uno sguardo super potente che sa piegare la realtà secondo le leggi del desiderio. Rimanendo aderenti all’universo infantile, abbiamo deciso di approfondire una relazione spontanea e giocosa, con la caratterizzazione di due personalità differenti ma complementari.

 

Le musiche sono molto varie: si passa dai classici della canzone francese e si arriva al tango attraverso l’elettronica. Come mai questa scelta?

 

La scelta musicale è stata istintiva e ha accompagnato il naturale processo creativo.
Potrei dire che a ogni musica corrisponde un tipo di sguardo. La musica elettronica invita a uno sguardo più freddo e distaccato, il tango argentino a uno sguardo penetrante e provocatorio (ispirato al cortometraggio di Luis Buñuel Un chien andalou), quelle francesi invitano noi interpreti e il pubblico a osservare liberamente, trasportati da un sentire a tratti romantico e, nel suo complesso, profondamente umano. La musica francese, per le sue qualità sonore e le mollezze linguistiche, crea un rapporto empatico e duraturo con chi la ascolta, evocando nostalgicamente alcuni luoghi e tempi del passato.

 

Lei si è formato in Italia ma attualmente vive in Francia. Qual è la sua idea della danza italiana, da fuori?

 

Non ho un’idea chiara e distinta sulla danza italiana, ma credo che sia in atto nel panorama nazionale una grande trasformazione nella forma e nel contenuto. Di sicuro riconosco che la danza italiana, rispetto a quella estera, è legata a rigidi canoni estetici a svantaggio del potenziale espressivo degli interpreti.

 

Com’è nata la collaborazione con Artemis Danza?

 

Ho iniziato a collaborare con Artemis Danza nel 2013 come interprete di alcuni spettacoli: Aida e Tristan, Tosca x e Carmen K.
Dal 2014, insieme a Maxime Freixas siamo diventati artisti associati dell’Associazione Artemis Danza, che regola e gestisce il normale funzionamento delle nostre attività artistiche.

 

Che cosa si aspetta da questa edizione di NID Platform?

 

Mi aspetto confronto, dialogo e visibilità. Desidero si creino opportunità concrete di circuitazione in Italia e all’estero e magari pratiche di scambio e condivisione tra gli artisti presenti.

 

Francesco Colaleo

 

Danzatore e coreografo freelance, inizia i suoi studi di danza classica, moderna e contemporanea presso il Labart T.C.S. di Napoli. Nel 2010 segue, alla Biennale di Venezia, un master di alta formazione per la danza contemporanea. Nel 2011 partecipa al corso di perfezionamento Modem Atelier di Roberto Zappalà. Dal 2010 al 2012 collabora con la Compagnia Zappalà Danza, il Colletivo NaDa di Antonello Tudisco, la Cie Ismael Ivo e la Compagnia Les Danseurs Napolitains. Dal 2013 ad oggi collabora con la compagnia Artemis/Danza Monica Casadei, la Cie Tiziana Arnaboldi, la Cie Anou Skan. Vince, come giovane coreografo, il Fringe di Napoli nel 2013 con In.Corpo.Reo. Nel 2015 viene selezionato, con il duetto Re-Garde, alla vetrina della giovane danza d’autore Anticorpi XL e nel 2016 con il trio Beviamoci su_No Game. Nello stesso anno viene scelto per la seconda edizione di Anghiari Dance Hub.