(RE)think
dance.

NID New Italian Dance Platform
Reggio Emilia 10-13 October 2019

NID Platform

«Dare corpo e voce a momenti e sensazioni su cui spesso non ci si sofferma». Conversazione con Igor Urzelai & Moreno Solinas

 

Le conversazioni sono le sedici interviste agli autori che saranno a NID Platform e che pubblicheremo da luglio a settembre.
Intervista a cura di Lisa Cadamuro, NID Platform staff 

 

Com’è nata e di che cosa parla la vostra performance A room for all our tomorrows?

A Room For All Our Tomorrow è il frutto di un processo creativo travagliato. Il punto di partenza è lontano dal punto in cui siamo approdati. Inizialmente lo spettacolo si chiamava Spot The Difference ed era una ricerca sulla somiglianza e differenza fra due persone. Varie residenze più tardi, e avendo perso un collaboratore per strada, siamo invece giunti a una performance che mette in scena la quotidianità di due persone che convivono, la loro interdipendenza e la carica emotiva contenuta in un momento semplice come quello di sedersi e bere un caffè insieme.
A Room For All Our Tomorrows è diventato una riflessione sulla (nostra?) intimità e un tentativo di dare corpo e voce a momenti e sensazioni su cui spesso non ci si sofferma.

 

Lo spazio scenico contiene soltanto un tavolo, due sedie e delle tazzine da caffè. Come mai questa scelta essenziale, eppure molto quotidiana?

La scenografia e i costumi di A Room For All Our Tomorrows sono decisamente più teatrali e ‘descrittivi’ rispetto ai nostri altri lavori, che tendono a mantenersi su territori più astratti. In una delle nostre residenze (al CSC di Bassano del Grappa) avevamo una ‘zona relax’ attigua alla sala, che per il solo fatto di essere presente è diventata parte dello spettacolo. Utilizzare elementi scenici così quotidiani era decisamente fuori dalle nostre abitudini e li abbiamo semplicemente accettati come una sfida, o un problema creativo da risolvere. Nonostante questa scelta di avvicinarci al ‘teatrale’, abbiamo deciso di ricercare comunque una qualità essenziale, che sembra sia una tendenza generale dei nostri lavori, e che si lega ad un desiderio di essere il più diretti possibile nella comunicazione con il pubblico.

 

Siete autori e interpreti dello spettacolo, il vostro è un lavoro di co-creazione in tutto e per tutto. Come lavorate?

Tutti i nostri processi creativi sono lunghi, non lineari e misteriosi. Ci piace alternare la circuitazione dei lavori esistenti con la ricerca e creazione di nuovi spettacoli; piuttosto che concentrare tutte le nostre energie su una singola creazione, solitamente abbiamo due o tre work-in-progress aperti, e li completiamo gradualmente, nell’arco di due, tre o quattro anni. I processi creativi sono fatti di molti esperimenti, lunghe conversazioni e poi l’arrivo di una scadenza che ci costringe a tirare le somme e far ‘cristallizzare’ il lavoro. Naturalmente ciascuno di noi due ha capacità e tendenze diverse, e di conseguenza finiamo per concentrarci su aspetti diversi di una creazione. Abbiamo anche la fortuna di lavorare da diversi anni con lo stesso gruppo di collaboratori, con cui stiamo crescendo progetto dopo progetto.

 

Nella vostra performance recitate un testo. Di che testo si tratta e com’è stato lavorare anche sull’uso della voce?

Nel trailer di A Room For All Our Tomorrows utilizziamo una canzone (con testo), nata durante il processo creativo. In scena invece abbiamo deciso di non usare nessuna parola, in modo da lasciare al corpo e alla voce inarticolata (particolarmente il grido e il canto) lo spazio per esprimere, ma soprattutto provocare emozione nel pubblico.

 

Vi siete formati a Londra, che è la città che avete scelto per vivere e lavorare. Che idea vi siete fatti della danza italiana, da fuori?

Londra è stata la base per gli ultimi undici anni, ma nell’attuale clima politico (ci riferiamo ovviamente alla Brexit) è difficile prevedere cosa succederà. Da qualche anno a questa parte abbiamo deciso di avvicinarci alla scena della danza italiana, grazie a una bella collaborazione con TIR Danza, che supporta il nostro lavoro in Italia, e ad altre istituzioni come il CSC di Bassano, alla circuitazione con Anticorpi XL, la partecipazione al Premio Equilibrio e progetti come ResiDance di cui facciamo parte; abbiamo inoltre un forte desiderio di continuare a costruire basi profonde in Sardegna. In Italia ci sono sicuramente meno finanziamenti per chi fa il nostro lavoro e più burocrazia rispetto al Regno Unito, ma c’è una comunità artistica avventurosa, che ci ispira e della quale ci sentiamo ugualmente parte.

 

Com’è nata la collaborazione con TIR Danza, che ha sostenuto e presentato questo vostro lavoro?

La collaborazione con TIR Danza è nata per una casuale affinità del nostro lavoro con il gusto e i principi di Fabio Acca, Massimo Carosi e Piero Mazzotta, direttori di TIR. E probabilmente anche dal desiderio da parte di TIR di supportare un coreografo sardo emergente, perché non siamo tanti. Per noi TIR è arrivata in un momento in cui avevamo maturato il desiderio di riconnetterci con l’Italia. Stiamo costruendo un bel percorso che speriamo possa crescere negli anni.

 

Che cosa vi aspettate da questa edizione di NID Platform?

Abbiamo partecipato varie volte a piattaforme come NID e sappiamo che ci sono tante sfide, sia per gli artisti e per gli operatori teatrali. Ci aspettiamo di vedere molte facce conosciute e di avere l’occasione di riconnetterci con loro. Speriamo anche di vedere molte nuove facce, e creare connessioni che, a breve o lungo termine, ci possano aiutare a mostrare il nostro lavoro a un pubblico più ampio, in nuove nazioni, in nuovi continenti. Infine, speriamo di avere modo di assistere agli spettacoli degli altri artisti, entrare nel loro mondo ed esserne ispirati.

 

Igor & Moreno

Igor Urzelai e Moreno Solinas vivono e lavorano a Londra. Iniziano a collaborare nel 2007, sono co-fondatori di BLOOM! dance collective (2009) e della compagnia Igor and Moreno (2012). Il lavoro di Igor e Moreno mette a nudo la dimensione animale delle persone e dei rapporti interpersonali; rivendica inoltre l’evento teatrale come momento di assemblea ed esplora le sue proprietà catartiche. Igor and Moreno hanno presentato i loro lavori in Europa, Usa, Cile, Giappone e Corea ottenendo riconoscimenti di pubblico e istituzionali: Rudolf Laban Award (vincitori nel 2010, nominati nel 2011); una menzione speciale al Prix Jardin d’Europe 2010; finalisti al Premio Equilibrio 2014; nominati per i National Dance Awards e Total Theatre Awards nel 2015; selezionati per Aerowaves nel 2011, 2013 e 2015, Anticorpi XL 2014, la British Council Showcase 2015, NID Platform 2015 e 2017 e British Dance Ed. 2016. Igor e Moreno sono artisti associati a The Place (Londra) e sono sostenuti da TIR Danza dal 2016.